Archive for category svezia

Alla COOP

In vendita alla COOP svedese. Mango e arancia.

Berlusconi_smoothie,jp

Comunque lascia un pessimo retrogusto in bocca.

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Grease

Ecco come vengono usati i soldi delle mie tasse.

(link updated)

Certo si vedono dei gran begli esemplari di homus vikingus 😁

Ogni volta che lo guardo scopro nuove “posizioni”(0:46, 0:59, 2:15, 2:24, 3:03)

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Attenzio’ attenzio’

Attenzio’ attenzio’!
Messaggio alla nazione a reti unificate rivolto agli italici che si vogliono traferire nel regno di Isvezia.

Ve lo scrivo col font più grosso che trovo:

Fatevi il passaporto prima di partire

 

Io lo so che c’avete la vostra bella carta d’identità elettronica. So che siete fieri che l’Italia abbia questo strumento del 21esimo secolo e non vedete l’ora di mostrarla all’estero. E so anche che voi conoscete a menadito le regole della libera circolazione delle merci e delle persone nell’Unione Europea e ritenete il passaporto un’inutile spesa.

Ecco: resterete amaramente sorpresi.

In Svezia, se riuscirete a trovare un lavoro (auguri!), vi servirà un conto in banca per lo stipendio. Voi andrete alla Forex o alla Swedbank e presenterete la vostra bella carta d’identità elettronica. In quel frangente, il bancario vi guarderà come se gli aveste messo davanti la macchina di Anticitera e vi chiederà un documento valido, cioè un documento emesso da una qualche autorità svedese o un passaporto italiano valido di tipo biometrico. Senza di questo, non farete nulla.

 

Certo potrete farne una question di principio, battere i pugni e far valere i vostri diritti di cittadini europei ma, alla fine, la cocciutaggine burocratica svedese avrà comunque la meglio e a voi non resterà che recarvi all’ambasciata italiana  Stoccolma per richiedere il passaporto.

 

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Rinoceronti

“Rinoceronti a tavola”, così definisco gli svedesi.

Non mi riferisco alla loro maniere bensì alle loro papille gustative. Secoli di ricette che prevedono un bagno di crema/panna in cui navigano pezzi di carne e verdura hanno reso la cucina svedese piuttosto blanda (che si adatterebbe ai miei gusti).

Lo svedese del 20o e 21o secolo però, sentendosi cittadino del mondo, ha cominciato a rifiutare il blando e ad esigere cibi forti e piccanti. Insomma: hanno scoperte lo spezie. Il problema è che si è passati da un estremo all’altro: un cibo che non contenga tanto chili o curry da far lacrimare, non è considerato degno dallo svedese2.0.
Ecco quindi i paradossi per cui i ristoranti italiani locali abbondano con le citate spezie anche laddove un po’ di sale e pepe farebbe al caso. Lo stesso fanno anche gli altri ristoranti etnici.

Anni di chili et similia hanno anestetizzato le papille gustative degli indigeni per cui cibi sull’orlo del disgustoso diventano otroligt gott perché sono piccantissimi dal momento che quello sembra essere il discriminante fra buono e schifoso.

Da parte mia, insisto a predicare che non tutti piatti italiani contengono peperoncino piccanto ma vengo sempre redarguito che io non conosco la vera cucina italiana.

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Skåneshire

Gli inglesi hanno un termine per descrivere il panorama delle dolci colline della Toscana: Chiantishire.

Non so se esista un termine per le altrettante belle colline dello Skåne: forse Herring (aringa)-shire?

Ecco alcune foto scattate lo scorso weekend durante una gitarella in bici verso il castello di Torup, a circa 15 km da casa mia. Questi paesaggi sono disponili a pochi minuti di strada dal mio divano :-)

Skåneshire1

Skåneshire2

Immagine panoramica

Malmö in lontananza. Si intravede il Turning Torso

Torup

Qui un video a 360 gradi per mostrare cosa mi circondava.

La città di Malmö ha circa 490 km di piste ciclabili (e si intende *ciclabili*, non marciapiedi o strade in comune con le auto) che si snodano via i molti parchi cittadini fino alle periferie. In particolare quella che conduce a Torup è stata costruita sul tracciato di una vecchia ferrovia che passava fra le due città e dunque risulta essere piuttosto regolare nonostante le colline.

Una cosa che mi manca molto qui in Svezia sono le  montagne (da vicentino avevo le Prealpi sempre alle spalle): le colline mi rendono la mancanze più sopportabile :-)

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Fanboy

Malmö sta facendo un sacco di cose per l’imminente ESC. Ci sono spettacoli ovunque e gli artisti si esibiscono in città, per lo più gratis.

Ieri c’è stata la cerimonia ufficiale di inaugurazione (disponibile qui ), tenuta al palazzo dell’opera. Un lungo tappeto rosso permetteva ai giornalisti di vedere i cantanti e, come valore aggiunto, ai fan di fare altrettanto.

Potevo io mancare all’evento?

Qui il rappresentante italiano arrivato per ultimo (un ordine preciso e prestabilito, in parte alfabetico, in parte assolutamente no)

ESC2013_Mengoni

Qui la mia favorita, Margaret Berger, Norvegia

ESC2013_norway
Qui una vecchietta capitata lì per caso: Bonnie Tyler, Gran Bretagna.

ESC2013_uk
Qui i veri protagonisti dell’evento. Data l’alta percentuale gaia presente all’avvenimento, ogni loro passaggio suscitava più sensazione che tutti gli artisti messi assieme (quello in primo piano è danese, l’altro è svedese)

ESC2013_polis

Non so chi fossero i due tizi davanti a me, ma erano accreditati in qualche maniera, benché l’unica cosa che abbiano fatto è stata farsi fotografare con ogni signolo artista. Io li devo ringraziare perché, grazie a loro, ho potuto fotografare gli artisti a mia volta :-)

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Chi cerca…

Visto che la mia odissea (o olimpieghiade) è finalmente terminata, posso scrivere un post generale sul mercato del lavoro in Svezia.

Innazitutto devo precisare che più di un mercato, si tratta di un caporalato: l’intero sistema è in mano alle agenzie di lavoro interinale che fanno polpette dei disoccupati. Ci tornerò fra un po’.

L’ufficio di collocamento si chiama (fate un respiro profondo che è una parola lunga) arbetsförmedlingen ed è gestito a livello statale con filiali nelle città ( Malmö ne ha 4, per diverse categorie di impiego). Compito dell’arbetsförmedling è di essere il punto di riferimento per chi cerca un impiego fornendo informazioni su come ricevere il sussidio di disoccupazione (vedi di seguito), organizzando eventi com le “fiere dell’impiego”, seminari e poco altro. Il suo database (o banca dati) contiene la quasi totalità degli annunci di lavoro pubblicati nel regno. Inoltre si occupa di seguire il disoccupato durante la fase di ricerca di lavoro. Quest’ultima competenza è più una rogna amministrativa che altro. Il disoccupato deve infatti fare un resoconto ad intervalli fissi (circa una volta al mese) e dimostrare di aver cercato attivamente un’occupazione  (pena la perdita del sussidio). Le regole prevedono che questa fase sia da considerarsi lavoro vero e proprio per cui il malcapitato dovrebbe passare otto ore al giorno a cerca di trovare un impiego.

Se si vanno a guardare gli annunci però, si scopre che la stragrande parte sono pubblicati dalle agenzie interinali. Si tratta sia di lavoro in affitto (interinale. Si viene assunti dall’agenzia) che di ricerca di candidati per clienti (si viene assunti dal cliente).
Specialmente le grandi aziende fanno ricorso all’intramezzo delle agenzie per risparmiarsi la fatica di dover leggere tutti i curricula ricevuti in seguito ad un annuncio. Per la cronaca, un servizio di questo tipo può costare svariate migliaia di corone (mi è capitata sottomano la fattura di un’agenzia usata dalla ditta dove lavoravo prima, e la cifra era di 30.000 DKK, circa 4000 EUR).

E qui comincia il circolo vizioso. Le agenzie interinali fanno soldi in due modi:
1) cercando personale per i propri clienti (interinali o assunti dal cliente)
2) consulenza per l’arbetsförmedling.

Questa seconda cosa richiede una spiegazione. Uno dei compiti dell’arbetsförmedling è di facilitare l’inserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro. Le grandi menti dell’attuale governo (di destra) han ben pensato di levare questa patata dalle mani dell’ufficio di collocamento e di lasciare fare ai privati *ma coi soldi pubblici*. L’arbetsförmedling paga infatti le agenzie interinali per dare ai disoccupati un “jobb-coaching“. In cosa consiste il jobb-coaching? Sono sicuro che da qualche parte c’è una testo che lo specifica ma poi ogni agenzia fa da sé. Nel mio caso, 6 incontri da un’ora, una volta alla settimana per sistemare il mio CV (unico consiglio ricevuto: metti lo storico degli impieghi in ordine cronologico inverso, cioè con il più recente in cima alla lista. Il mio CV era già bello di suo: grazie mille *Davide* :-) ), 1 seminario su come accedere al sito dell’arbetsförmedling e 1 sul procedimento burocratico del cercare lavoro. Roba che avrei potuto consultare da casa se mi avessero mandato il link. Non so quanto tutto questo popo’ di “coaching” sia costato allo stato. Di sicuro sono soldi buttati.

Dicevo circolo vizioso: un tasto su cui battono le agenzie è la formattazione del CV. Questo perché non vogliono perdere tempo a cercare di leggere e capire, magari approfondire le capacità di un candidato. Siccome il tempo è denaro e siccome le ditte che impiegano le agenzie non hanno alcun interesse a fare loro il lavoro, l’intero processo, come gestito dalle agenzie, si riduce alla lettura superficiale dei CV. Una cosa tipo: “questo CV è formattato come voglio io?”. Sì -> Passo successivo. No -> scartato. Alla fine della selezione, le agenzie propongono una rosa dei candidati migliori *fra quelli selezionati dalle agenzie*, non fra i migliori in assoluto che hanno risposto all’annuncio. Ecco dove sta l’inghippo: l’arbetsförmedling paga le agenzie perché istruiscano i disoccupati ad uniformarsi ai desideri delle agenzie. Un enorme conflitto di interessi.

Tutta questa struttura è relativamente nuova. Quando, nel 2006, cercavo lavoro, l’arbetsförmedling si occupò di farmi seguire un corso che mi fece trovare un lavoro subito (anche se poi ne scelsi un altro). Niente finta formazione pro-domo agenzie, ma un vero e proprio corso pratico. Poi arrivò l’onda privatizzatrice del governo destrorso e tolse questa prerogativa all’ufficio di collocamento.

C’è poi il lato oscuro. Le agenzie interinali fanno il “lavoro sporco” che le aziende non vogliono fare: scremano i candidati per età e provenienza. Parlerò in un altro post del razzismo svedese ma mi limito ad accennare qui che chi ha più di 40 anni e non è “etnicamente svedese” (come ha affermato il Primo ministro qualche tempo fa) ha molti bastoni fra le ruote. Io, modestamente, faccio parte di entrambe le categorie!
Se guardo alla mia esperienza recente, delle interviste che ho fatto , solo 2 sono andate via agenzie interinali (di cui: una completamente cannata perché la tizia dell’agenzia aveva frainteso le mie competenze e durante l’intervista col cliente, mi liquidarono in 10 minuti; ed una in cui venni ripescato fra gli scartati per mancanza di candidati migliori).

Due parole per ciò che riguarda il sussidio di disoccupazione. La quota minima è 320 kr al giorno (lorde) che fanno una miseria di poco più di 6000 kr al mese. Per fortuna esistono i sindacati. Chi è iscritto ad uno dei sindacati, paga una quota per l’associazione ed una quota (volontaria) per quella che si chiama A-kassa (sussidio di disoccupazione). Chi resta senza lavoro riceve dunque dal suo sindacato fino all’80% dell’ultimo salario ogni mese per un certo periodo (fino a 300 giorni).

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Scuole libere in Svezia

Riporto qui il mio commento a questo post.

Il nostro sistema scolastico è attualmente sottoposto a forti critiche. Le friskolor (scuole libere) non hanno infatti portato grandi benefici educativi: la Svezia è peggiorata nei ratings internazionali (http://www.thelocal.se/16238/20081210/#.UR9e6C7fND8 e http://www.thelocal.se/44816/20121203/#.UR9cYy7fND8) e la maggior parte degli svedesi è favorevole ad un abbandono del sistema (http://en.wikipedia.org/wiki/Education_in_Sweden).
Recenti scandali venuti alla luce hanno messo in evidenza che le friskolor, dietro a cui stanno aziende che intendono guadagnare, non mirano a dare una migliore educazione, quanto ad avere più studenti possibili: questo porta ad una concorrenza fra vari istituti che offrono computer portatili ed altri specchietti per le allodole pur di aumentare il numero dei propri iscritti. Ciò però non si traduce in maggiore qualità dell’insegnamento. Gli insegnanti ricevono spesso pressioni dalla dirigenza per dare voti più alti (scuola più facile= maggiorni studenti = più soldi dallo stato http://dagbladet.se/nyheter/sundsvall/1.2583336-flera-larare-i-hard-kritik-mot-friskola); gli studenti non ricevono il sostegno di cui hanno bisogno (gli insegnanti devono “produrre” e quindi dedicano meno tempo al singolo studente); scuole che chiudono all’improvviso lasciando gli studenti nel bel mezzo del loro corso di studi (personalizzato e non replicabile da un’altra scuola); sovraffollameneto delle calassi (più studenti per insegnante = risparmio per la scuola).

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Traffico in Svezia

In Svezia fa freddo, le strade ghiacciano e diventa difficile guidare. Questa banale verità viene spesso dimenticata dai locali che, di ritorno dal loro viaggio in Tailandia, spingono sull’acceleratore anche in condizioni pericolose.

Questo è il peggiore incidente stradale nella storia svedese.

Qui invece le immagini di come i trasporti locali siano efficienti: i treni ti vengono a prendere direttamente a casa.

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Pasta

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Non ho ben capito che tipo di pasta (o servizio) vendano in questo chiosco situato in Kungsgatan, presso il Rörsjöparken

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